L'espressione sovraindebitamento sta ad indicare la situazione di chi ha accumulato debiti eccessivi rispetto alle proprie capacità di rimborso.
Le procedure di sovraindebitamento sono destinate a regolare situazioni non soggette o assoggettabili a procedure concorsuali, quindi vale per i soggetti non fallibili e sono disciplinate dalla legge n. 3 del 2012 così come novellata dal Decreto Crescita Bis.
La spinta che ha condotto il legislatore ad introdurre queste normative è ispirata ad un rilievo sociale assolutamente diverso da quello che aveva ispirato il legislatore nel 1942 con la Legge Fallimentare: nessun intento punitivo o voglia di escludere dal mercato chi ha sbagliato, ma viceversa l'intento di eliminare quelle situazioni che potevano emarginare definitivamente dalla vita sociale e commerciale le persone o addirittura famiglie intere.
Qualcuno l'ha definita la Legge antisuicidio perchè con l'istituzione della esdebitazione espressamente prevista da queste norme viene fornita una nuova speranza di vita economica e la possibilità di ripartire!
Presupposto essenziale della procedura di sovraindebitamento è la presenza necessaria di un soggetto terzo, una sorta di facilitatore e garante, rappresentato dagli Organismi di Composizione della Crisi.
Possono costituire gli OCC le Camere di Commercio e gli Ordini Professionali di avvocati, commercialisti e notai.
Le crisi da sovraindebitamento possono essere regolate attraverso due meccanismi di soluzione negoziata ed uno invece che prevede un percorso di tipo liquidatorio.
I primi due sono l'accordo di composizione ed il piano del consumatore.
L'accordo di composizione ha natura di deliberazione maggioritaria, è omologabile ad un vero e proprio concordato e si articola in cinque fasi:
proposta del debitore formulata con l'ausilio dell'OCC;
delibazione del Giudice sulla sua ammissibilità;
votazione con dichiarazione scritta dei creditori sul proprio consenso e l'applicazione della regola del silenzio assenso;
omologazione con il raggiungimento della quota del 60% e risoluzione di ogni contestazione con l'applicazione della regola del C.D. Cramdown (le contestazioni vengono risolte in senso favorevole all'accordo tutte le volte che il medesimo consente una soddisfazione non inferiore a quella ricavabile dal procedimento di liquidazione);
5. esecuzione dell'accordo.
Il piano del consumatore invece è riservato unicamente alla persona fisica che ha assunto obbligazioni per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta.
La differenza principale rispetto all'accordo di composizione è che i creditori non votano ed è prevista una sorta di requisito di meritevolezza rappresentato dal fatto che il debitore non deve aver determinato il sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode.
Con questo strumento il legislatore ha voluto valorizzare maggiormente gli aspetti sociali ed umani rispetto ai diritti dei creditori.
La liquidazione del patrimonio infine è equiparabile al fallimento dell'imprenditore commerciale con una durata minima prevista di quattro anni.
Una differenza sostanziale rispetto al fallimento è che l'iniziativa compete unicamente al debitore che la può chiedere al tribunale previa una relazione preventiva dell'OCC che in caso di accoglimento sarà normalmente nominato quale organo di liquidazione.
Il decreto di accoglimento della procedura in liquidazione viene a tutti gli effetti equiparato al pignoramento.
Tutti questi procedimenti sopra descritti sono normalmente attivati per poi conseguire l'esdebitamento che tuttavia non è ancora automatico ed è sempre collegato ad un provvedimento del Giudice.