Interessante sentenza del Tribunale di Vicenza, che dimostra ancora una volta come la perseveranza e l’audacia sono fondamentali per ottenere giustizia contro le banche. Un “giovane” 90enne, pensionato, veniva citato in giudizio da una famosa ed importante Banca che chiedeva il saldo di vecchie pendenze, derivanti da un rapporto di finanziamento inizialmente concesso da Veneto Banca. Il “giovane” si difendeva in giudizio documentando l’illiceità del rapporto perché la Banca aveva pattuito interessi con tassi usurai e lo aveva illegittimamente segnalato a sofferenza in Centrale Rischi. La famosa Banca si difendeva eccependo che al momento dell’acquisizione di Veneto Banca la controversia con il cliente non era stata ancora instaurata e che quindi aveva acquistato solo le attività derivanti dal contratto di finanziamento, e non le eventuali passività.
Il Tribunale, rigettando le eccezioni della Banca ed avvalendosi della perizia del consulente tecnico d’ufficio che riscontrava l’applicazione di tassi usurai, di commissioni e spese illecite, accoglieva le ragioni del “giovane” 90enne, condannando la Banca a restituirgli circa € 2.500,00 più altri € 1.265,00 per spese legali. La sentenza è molto importante e fa capire come spesso le banche pretendono i soldi dal correntista (al pensionato era stato richiesto il pagamento delle ultime rate del mutuo), ma tendono a defilarsi quando devono rispondere degli illeciti commessi. A nulla è servito, per la Banca, sostenere di avere solo un diritto di credito. Giustamente il Giudice vicentino ha riconosciuto che, se la Banca pretende un credito sulla base di un rapporto contrattuale, è tenuta a rispondere anche dei debiti che vengono accertati, non potendo rimandare la responsabilità alla banca originaria (nel caso del pensionato, Veneto Banca).
Tale pronuncia dimostra come non bisogna fermarsi davanti alle pretese delle banche, anche se cessionarie del credito, perché se vi sono illeciti “a monte” del rapporto, la Banca cessionaria è tenuta al ristoro nei confronti del correntista. Ci preme quindi ricordare l’importanza, anche in questi casi, di un’adeguata ed attenta verifica dei rapporti, perché i risultati favorevoli al correntista possono essere legittimamente opposti anche alle banche cessionarie dei crediti, paralizzando eventuali illecite pretese e, addirittura, ottenendo il ristoro dell’indebito.