L’ottava Sezione del Tribunale Ordinario di Roma ha recentemente e severamente condannato una grande Banca nazionale (e internazionale) a causa deII’uso scorretto di un contratto derivato.
In un tema delicato e purtroppo frequente si tratta di una sentenza molto importante che merita una riflessione, in primo luogo, sulla stessa essenza del prodotto. II cosiddetto "derivato” é nato come strumento di copertura finanziaria, ma negli anni é diventato quasi esclusivamente un prodotto speculativo che puo avere effetti devastanti suII’investitore. A questo proposito, tutti ricorderanno che la crisi finanziaria (e poi economica) mondiale del 2007 nacque proprio daII’esagerata presenza di questi prodotti nei portafogli delle banche e degli investitori. Da allora nulla sembra essere cambiato e Ie banche continuano ad utilizzarli con grande spregiudicatezza.
Un passaggio molto interessante della sentenza, sul quale ci vogliamo soffermare, é la definizione da parte del Giudice del "derivato” come contratto asimmetrico net quale pesa molto la minore forza conoscitiva di una parte contrattuale rispetto alI’aItra. Vale a dire, la Banca sa sempre bene di che prodotto si tratta e quali rischi comporta, il Cliente é quasi sempre inconsapevole.
E qui dobbiamo tornare ad uno dei nostri “cavalli di battaglia”: l’informazione. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: per evitare spiacevoli sorprese e pesanti conseguenze, i contratti bancari vanno compresi e analizzati a fondo!
Non aspettiamoci che sia I’lstituto di Credito ad informarci, dobbiamo farlo noi per tutelare i nostri interessi. Tra le altre cose, questa sentenza sanziona anche Ie gravi omissioni informative da parte della Banca e la condanna a pagare al correntista euro 416.311,31.
Controllate e verificate sempre il Vostro rapporto bancario!